San Valentino: cioccolatini, riti pagani e libero arbitrio

Oggi si celebra la Festa degli Innamorati e una moltitudine di persone si regala dolcetti, fiori e bigliettini e tutto quello che di romantico si può trovare nel globo terracqueo; un’altra moltitudine di persone sceglie di non festeggiare e quindi non farsi regali di sorta e non scrivere lettere traboccanti di cuoricini.
Le due moltitudini si guardano di sottecchi criticando l’una le scelte
dell’altra.
È incredibile come ci rimanga difficile rispettare il libero arbitrio degli altri esseri umani anche nelle piccole cose, è proprio un boccone che sembra non voler scendere giù.


Un breve cenno storico

Intorno al 500 dC Papa Gelasio I istituisce la festa degli innamorati per come la conosciamo oggi, dedicandola a San Valentino, martire dei primi anni dopo Cristo, protagonista di riappacificazione di coppie incredibilmente litigiose col solo ausilio di una rosa.
(Proporrei in questo frangente un minuto di silenzio per tutte le
soap opera che non avrebbero ragione di esistere se il Santo fosse ancora qui con noi.)


Tuttavia, Papa Gelasio non ha “inventato” una festa degli innamorati perché sentiva la mancanza di gente con scatole di cioccolatini sottobraccio o di bigliettini con cuori glitterati, ha più semplicemente trasformato in celebrazione cristiana una festa che esisteva già nell’antica Roma, ma con connotazioni sensibilmente meno romantiche: i Lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità, Luperco appunto.


I festeggiamenti prevedevano baccanali sfrenati e rituali così particolari che pare abbiano fatto arrossire anche Attila, che una volta si trovò a partecipare alle feste (aveva portato dei dolcetti che offrì di soppiatto ad una capra per non fare figuracce).
Così la storia ci racconta che il San Valentino che conosciamo oggi altro non è che una copertura romantica per celebrazioni ben più lussuriose.
Scriviamo bigliettini anziché vestirci di gonnellini di pelle di capra e partecipare a riti apotropaici.
Ci è andata meglio? Sta al gusto personale.
Quel che è certo è che in tutto il mondo si celebra la moderna accezione della festa, anche se con dettagli diversi.

San Valentino nel mondo


Nelle Filippine ad esempio anche le istituzioni statali partecipano alla ricorrenza, offrendo a tutte le coppie che lo desiderano di sposarsi in massa gratuitamente.
In Galles si regalano cucchiai di legno con dediche incise a mano, come facevano i marinai durante le lunghe navigazioni.
In Finlandia si festeggia l’amicizia, con bigliettini e regali pensati ad hoc per ogni amico.
In Russia ed in altri stati dell’ex Urss invece non si festeggia affatto.


Il libero arbitrio ci permette di festeggiare come vogliamo, di ricoprirci di cioccolatini o di indossare gonnellini (di ecopelle, mi raccomando) e rispolverare riti antichi, ci permette di non festeggiarlo in alcun modo e se in questi giorni ce ne andiamo a fare un giro a Vladivostok possiamo concederci il lusso di non sentirne nemmeno parlare.


Come in ogni aspetto della vita, anche in questo apparentemente banale e privo di importanza rispettiamo le scelte degli altri.


La libertà è anche nelle piccole cose, e con essa il rispetto.

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